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La dignità e la bellezza linguistica del dialetto triestino non possono essere messe in dubbio, malgrado la complessità della sua origine storica, per la sua caratteristica ladina e la tonalità veneziana che lo distinguono in un senso anche generativo e in certo modo unitario. In questi versi, che si offrono con una loro disinvolta spontaneità di eloquio popolare e realistico, ci sembra di potervi scorgere una sicura omogeneità di comportamento vitale, che lo mette al sicuro da quelle futili sottigliezze e coloriture di termini rari e curiosità, che sono di moda in molti di quei poeti dialettali che credono di acquistare valore e importanza con l'uso di una ricercata e affatturata verniciatura generale di terminologia rara e letterariamente elaborata; senza parlare poi di coloro che ne sfruttano le capacità affabulatorie per ottenere effetti ironici o addirittura comici o parodistici.