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Marta, una psicologa o psicoterapeuta, donna di libere scelte e atteggiamenti e di acuta sensibilità e di una estrema coscienza professionale: attraverso il suo pensiero, che commenta ogni, anche lieve, avvenimento della sua attività di analizzatrice, il racconto si accende di ardue e improvvise illuminazioni, e di altrettanto profonde analisi interiori e perfino misteriose e drammatiche. Ed ecco apparire il vero e proprio mistero, in una sorta di ossessione: la voce al telefono di una persona anonima, che a poco a poco si identifica in quella di una donna problematica e sempre più disperata, seguita da una lettera e poi un'altra e altre ancora, anch'esse anonime e scritte in stampatello e drammaticamente chiuse in una tragica ritrosia e in un gusto patologico dell'anonimato.