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Cercare di comprendere che cosa sia il buono ed il cattivo è un tema fondamentale dell'esistenza umana: ancora di più oggi considerato il rischio concreto dell'affermazione nel mondo del non uomo. Occorre arrestare la brama di distruzione di tutto ciò che di umano vi è nel mondo! L'etica si deve impegnare in questa battaglia di umanizzazione poiché pienamente coinvolta nella relazione tra il potere della soggettività e della comunità e l'indigenza altrui: mettere il proprio potere a servizio dell'indigenza o sfruttarla? Il mio fare, il mio disporre ed il mio usare nei confronti dell'indigenza - come descritto nella parabola del buon Samaritano - debbono essere animati dal cuore di pietra del levita e del sacerdote o dal cuore coinvolto del Samaritano? I primi evitano il malcapitato picchiato e derubato dai briganti, il secondo si fa prossimo al malcapitato. Il sì e no nei confronti dell'indigenza del malcapitato ci svela il buono o cattivo del nostro esistere etico o per umanizzare o per disumanizzare. Esiste il Samaritano perfetto? No! Ma non possiamo e non dobbiamo esimerci dal diventare come lui.