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Tutti i modenesi conoscono il Bar Schiavoni. Tutti i non modenesi, se passano da Modena, dovrebbero fare una sosta al Bar Schiavoni. Tutti i non modenesi che non passeranno mai da Modena dovrebbero almeno sapere che esiste il Bar Schiavoni. È un quadrato di tre metri per tre, sì e no, ma vanta ben due ingressi. Uno fuori, sulla strada, e uno dentro al mercato Albinelli, che è il cuore storico del commercio cittadino, la sua imperitura anima popolare. In questo quadrato magico Antonio Righetti è cresciuto, bambino, mentre suo padre Guido gestiva il bar e i suoi stravaganti avventori. Tenendo come ideale punto di riferimento il bar, Antonio - che presto sarebbe diventato "Rigo" - dava l'avvio ai suoi vagabondaggi di adolescente, in una Modena ancora paese, con le note di Bob Dylan in testa. E di quei vagabondaggi, di quelle estati senza tempo, di quel processo informe e doloroso ed esaltante che si chiama diventare grandi, l'autore ci restituisce intatte le atmosfere e la colonna sonora. E anche i luoghi, a partire dal piccolo bugigattolo da cui uscivano e ancor'oggi escono i più invitanti profumi a tutte le ore del giorno. Un luogo di ristoro, di formazione, o semplicemente di vita.