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Philosophy for Children (P4C), ovvero filosofia per bambini. Accostare questi due termini nella stessa espressione potrebbe suscitare perplessità: un antico pregiudizio nega infatti all'infanzia la possibilità di sviluppare il pensiero razionale e argomentativo, condizionando le pratiche educative e, più in generale, la mentalità di chi opera con i bambini. Questo saggio nasce proprio dall'esigenza di sfatare questo pregiudizio. La ricerca ha ormai dimostrato come, in virtù della spiccata plasticità del cervello infantile, siano presenti nei bambini tanto le capacità creative e valoriali (caring) quanto il pensiero logico-argomentativo. Attraverso un metodo basato sul dialogo e sulla partecipazione attiva, e su un setting finalizzato a stimolare i bambini a porre domande, a riflettere a partire dal proprio vissuto, a discutere insieme, la P4C "insegna a pensare" e a sviluppare un senso di responsabilità cognitiva e relazionale nei confronti degli altri membri della comunità di ricerca. A questi tratti distintivi di una mente infantile complessa e multi-dimensionale e al progetto pedagogico della P4C, sono dedicate le prime due sezioni del volume, quelle di carattere maggiormente teorico. Nella terza, invece, viene presentato uno studio di caso, ovvero la realizzazione di un laboratorio di Philosophy for Children nella scuola primaria. Di questa esperienza empirica vengono trascritti e analizzati alcuni passaggi significativi, attestanti la presenza del pensiero creativo, divergente e valoriale nel vivo della discussione argomentata. Sono inoltre presentati gli strumenti didattici che l'Autrice ha ideato e somministrato ai piccoli partecipanti del laboratorio, due test finalizzati ad osservare le dimensioni caring e creativa del pensiero, tradizionalmente meno indagate.