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La pentola, il mortaio, il bicchiere. Oggetti comuni, normalmente silenti. E se qualcuno donasse loro una voce, ancorché oscura e misteriosa? Sono proprio gli oggetti più banali e quotidiani a divenire i maggiori protagonisti di un genere, quello dell'indovinello, che fin dall'antichità detiene un ruolo peculiare in seno al panorama letterario occidentale. Nel Medioevo, l'indovinello, oltre a strumento ludico, diviene un mezzo istruttivo che consente al lettore di decostruire e ricostruire la realtà che lo circonda, attraverso il potere della parola e della sua ambiguità. Questo studio esplora l'anonima collezione di enigmi latini nota come Aenigmata Tullii, fornendo, oltre al commento, la prima traduzione italiana dell'opera, e guidando il lettore attraverso l'intricato linguaggio che cela la risposta agli indovinelli.