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Il volume ricostruisce la biografia di Carlo Livi (1823-1877) focalizzandosi sulla sua opera medico-psichiatrica e sul suo percorso di uomo e di intellettuale vissuto durante il Risorgimento. Livi fu una figura chiave della psichiatria italiana, a metà strada - nella pratica e nell'elaborazione teorica - tra l'ottimismo terapeutico del primo Ottocento e il pessimismo della psichiatria post-darwiniana. Lo studio evidenzia come il trattamento morale applicato dalla psichiatria ottocentesca in tutta Europa si intrecci in questo caso con le vicende risorgimentali. L'istanza moralizzatrice ed educativa e lo studio antropologico dell'uomo erano rivolti ai malati, ai pazzi, ai bambini, ai criminali e al popolo per realizzare un progetto nazionale e laico di rigenerazione sociale del paese.