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Occuparsi del funzionamento della mente umana pone un'esigenza fondamentale: la ricerca di una nuova identità in psichiatria. In" Settimo anno. Lezioni 2008" Massimo Fagioli solleva la questione del metodo. Se si vuole capire qualcosa di psichiatria, afferma, bisogna leggere Shakespeare e Sofocle. Non è vero che le scoperte scientifiche sono razionali. Lo sosteneva Rita Levi Montalcini, spesso sono fantasie e intuizioni che poi trovano modo di essere confermate dalla verifica, spiega Fagioli, citando Semmelweis, ma anche Kurosawa e Antonioni. Per Fagioli la ricerca della realtà umana, al di là dei fatti, non può essere svolta con il metodo razionale della medicina del corpo. E le scoperte implicano un rifiuto radicale di certe ideologie che i mass media trasmettono come se fossero cose naturali e ovvie. Hegel, Marcuse, Heidegger, Foucault, sono i 'grandi' che propongono il vuoto e la pazzia come verità della realtà umana. Ecco allora che è fondamentale il rifiuto e necessaria la ricerca di una nuova identità. Andare a vedere le cose invisibili, l'odio, l'anaffettività, la dissociazione, con il metodo deduttivo: lo psichiatra dovrebbe avere il coraggio di tornare un po' stregone, sostiene Fagioli, rivendicando la creatività del linguaggio delle immagini, in opposizione alla psicoanalisi di Freud, per il quale si può soltanto riportare alla coscienza ciò che un tempo fu cosciente e poi fu dimenticato.