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"Oggi Dario è un prigioniero: prigioniero del suo corpo a causa di una malattia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Scrive con l'ausilio di una tastiera videocomandata dallo sguardo: non una cosa semplice, ma è l'unico mezzo di comunicazione che gli è rimasto. Molti scrittori sono stati dei prigionieri, molte opere sono state scritte in un carcere o parlano di una prigionia. (...) Ma oggi, per Dario, scrivere significa anche di più, significa essere vivo". (dalla prefazione di Giorgio Silvestri) - L'umorismo è il tratto dominante di questa raccolta poetica. L'irruzione del comico nella vita, anche nei suoi aspetti più drammatici, è sintomo di vitalità, di un'indomita ilarità che non vuole mai venire meno, e che in queste poesie può anche essere declinata nei termini di una malinconica, paradossalmente allegra, autoironia.