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"I maestri veri e quelli finti, i vecchi e i giovani, le disavventure della critica e gli abbagli del progressismo, lo stile e la sua mancanza. Bellocchio, Arnheim, Fortini, Turgenev, Scabia e Zanzotto, Saba e Sereni, Pasolini e Agamben, Giudici e Ranchetti, Thatcher e Benigni nel diario ironico e provocatorio di un lettore non allineato alle mode. Se per chi si occupa di cultura abdicare a discernere il vero dal falso, ad additare lo scandalo, è la più mortificante delle rinunce, allo stesso tempo è indispensabile indicare sintomi e spunti che muovono in direzioni inesplorate e controcorrente, facendo spazio (direbbe Calvino) a nuovi sguardi, a diverse ipotesi sul mondo."