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"Questo testo, conciso ma prezioso, di Massimo Cappitti ha il merito di riattualizzare una vicenda, qual è stato l'incontro e il dialogo appassionato nella loro giovinezza tra Hegel e Hölderlin, che sembra appartenere in vero solo al passato della storia della filosofia e della storia delle idee. Ma che, a ben guardare, si riduce a un episodio del passato solo in apparenza. Soprattutto perché la passione del presente e l'etica civile che ha sempre connotato la vita e il pensiero di Massimo Cappitti, con una sensibilità continua e rigorosa verso tutti i luoghi possibili dell'emancipazione umana, non poteva non guardare al passato avendo di mira soprattutto il presente, anzi il futuro: ovvero ricercando nel passato anticipazioni e delineazioni di nuove forme relazionali dell'umano, allora non realizzate e sviluppate, e da riproporre invece oggi come possibili vie di fuga dalla chiusura di una vita sociale e individuale a cui l'espansione dell'economico e il misurare tutto in termini di efficienza e produttività hanno sottratto ogni dimensione di sorpresa e di emozionalità". (dalla Prefazione di Roberto Finelli)