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Vivere una metamorfosi che mette in discussione tutta la realtà. Ecco l'esigenza che spiega il titolo della raccolta di poesie di Daniela D'Incà: musiche soavi che fanno da contorno a pensieri fra paura e oblio, dove le piogge novembrine rendono possibile realizzare sogni sinceri, dove si cercano nuovi ossigeni, mani e specchi che ci possono dissetare dalle lunghe attese, per amare ancora. Una raccolta che nella sua varietà tematica trasmette un grande universo pittorico e umano, come se le poesie fossero dei quadri viventi dove il poeta sembra avere un controllo assoluto delle scene e la scrittura diventa una "perfezione del cuore" che ci parla di maternità, di stagioni, di sguardi che ritornano, di consapevolezza di vivere.