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È stata definita un'operetta morale, in cui un poeta e un romanziere dialogano fra loro e con altri personaggi (Soladìo, Colore, Iside, Ignoto, Dolce Domatrice, la donna dai capelli rossi) sul senso della vita, colti da un pessimismo cosmico inquietante, accompagnati dal ricordo di altre vite, che costituiscono altrettanti segnalibri nell'esistenza di ciascuno di noi, con la 'Morte, che segna nel libro eterno il momento del passaggio, del ritorno a casa nell'universo'. In questo dialogo, che si intreccia in un linguaggio corale dove fantasia e realtà finiscono per capovolgersi e consentire alla morte di palesare il suo vero colore e agli esseri terreni di passeggiare nell'universo, il poeta avverte che 'ognuno di voi è in parte morte fino dalla nascita e attraverso lei tornate nel vostro stato reale, nell'estasi dell'immateria cosciente, fuori dallo spazio e dal tempo come da voi conosciuti'. Una lettura intima dell'esistenza individuale, in cui si pongono attraverso la poesia, l'amore e la compassione, gli interrogativi sulla vita, sulla ricerca della verità, sul bello, sull'utile per lo spirito. Una forte capacità di porsi altro da sé caratterizza il ricordo delle vicende biografi che vissute intensamente e considerate semplicemente come un granello del cosmo, dove scorre un'armonia fatta di suoni e di colori, al di là del tempo e della materia.