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Lui uccide lei, che considera sua, per non perderla. "L'anima tua appartiene a me", le aveva scritto poco tempo prima. E la logica primordiale del femminicidio, un delitto nel quale la donna è sempre vittima di un marito, di un fidanzato, di uno spasimante e a causa di qualcosa che l'assassino (e troppo spesso lei stessa) si ostina a chiamare amore. Siamo nel 1919 e si parla di Ida, la vittima, ma soprattutto di Eugenio, l'assassino, ostinatamente incredulo di dover finire in carcere ed al manicomio giudiziario senza aver commesso alcun crimine se non, secondo lui, aver tentato di uccidersi.