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Chi è stato Arancio Santi? Cosa ha fatto fra il 1943 e il 1944 nell'area di confine fra le province di Grosseto e Viterbo? È stato mai ricordato nelle celebrazioni per la Resistenza che si sono susseguite in Maremma dal dopoguerra a oggi? È vero che è un "eroe" dimenticato come ha sostenuto Alfio Cavoli? Perché su di lui i giudizi sono sempre stati discordanti? Risponde a verità che fuggì in occasione del rastrellamento del 20 maggio 1944, come ha dichiarato qualche partigiano, oppure, al contrario, si accordò con i suoi ufficiali per abbandonare tutti insieme Monte Maggiore se fosse stato impossibile resistere? Queste e altre domande ci hanno stimolato a proseguire la nostra ricerca sulla guerra di Liberazione in Maremma, affidandoci, ancora una volta, a documenti inediti, italiani e tedeschi, prima fra tutti la relazione della Banda Arancio Montauto (BAM), proveniente dall'Archivio della famiglia Casciani e gentilmente concessaci da Alessandro Casciani, nipote di Pietro, il coraggioso comandante del Reparto "Lupi" della BAM, medaglia d'argento al Valor Militare. Abbiamo riprodotto la relazione limitandoci a curarne la leggibilità e laddove l'abbiamo ritenuto utile, sono state inserite note a piè di pagina per favorire una maggiore comprensione degli eventi e dei combattenti citati.