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Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle ha restituito, nell'arco di più di cinquanta anni di attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, una grande quantità di dati e materiali. A partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.) le monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec. a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età imperiale, in concomitanza con la monumentalizzazione della città (I sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l'età imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III secolo e una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono attività edilizie ex novo. L'assenza di nominali coniati dopo il 388 d.C. rende plausibile l'ipotesi che anche a Roselle si utilizzassero, tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente. Dopo un vuoto di alcuni secoli, l'evidenza numismatica riappare alla fine dell'VIII secolo con un denaro di Carlo Magno e più tardi con esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138 prima di cadere definitivamente in rovina.