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L'ascesa al trono d'Aragona di Ferdinando il Cattolico segna una svolta epocale nella storia del regno di Sardegna, già dal 300 legato indissolubilmente alla Corona d'Aragona. Con le riforme fernandine - che avviano il regno alla modernità e preludono al suo inserimento politico-istituzionale nella Monarchia plurale della Casa d'Austria - si apre il lungo e documentato racconto de La Sardegna al tempo degli Asburgo. Nel 500 l'isola, ormai fa parte di un vasto sistema di regni, segue i destini controversi della politica di Carlo V. Il successivo governo del Re Prudente Filippo II, sostenuto dalla Chiesa cattolica e da congregazioni religiose quali la Compagnia di Gesù, porta a sensibili progressi istituzionali, sociali e culturali. Dopo il 500 però, la Sardegna - così come gli altri regni mediterranei - deve fare i conti coi problemi legati alla crisi del 600 e alle guerre che la Spagna combatte su più fronti. Il progressivo declino economico e politico, dovuto a una spesa pubblica insostenibile per le finanze regie, alla crisi dell'agricoltura, al manifestarsi di carestie e pestilenze, sfocia in un malessere che inaugura una stagione di ribellismo signorile, congiure e banditismo.