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Pubblicato in Francia nel 1944, "Le memorie del cavalliere di Villevert" è il racconto di Charles di Villevert, un militare francese ferito nella battaglia di Rossbach, nel 1757, poi convalescente presso la dimora del conte Erdelyi. Questi è un giovane aristocratico ungherese, un affascinante e raffinato collezionista di opere d'arte che risiede nel castello di Saint Miklos, al centro delle pianure attraversate dal fiume Tisza. La moglie, la contessa, ospita presso di sé una ragazza di alto lignaggio, Elisabetta, il cui padre è morto ai confini della Transilvania, durante la guerra contro i turchi. Tra i nobili frequentatori del palazzo c'è il barone Cornelius di Windan, che abita in un villaggio sperduto, all'interno di una torre diroccata ove si dice aleggino strane presenze. Il suo aspetto è scarno e orribile, e nelle uggiose sere d'autunno intrattiene la corte del conte Erdelyi con bizzarri racconti di patti col diavolo, stregonerie e superstizioni. Windau chiede in sposa Elisabetta, ricevendo un secco rifiuto, cui replica con una minaccia: "Lei mi apparterrà". Il giorno seguente all'alterco, in un canale viene trovato il cadavere del barone. Le minacce sembrano così cadere nel nulla e l'estate allontana i timori di Elisabetta, che nel frattempo si promette in sposa a Charles di Villevert. Ma intorno alla mezzanotte del giorno del fidanzamento i cani a guardia del castello iniziano a ululare.