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"Questa serie di brevi racconti nasce dalla volontà che non vada perduto un contributo importante alla cultura che è fatta anche di piccole cose. Mi riferisco ai racconti, alle filastrocche tramandate dai vecchi e che a Orbicella si chiamano Quintulle, cioè raccontini, eh già perché a Orbicella raccontare si dice 'quintè'. Un tempo era usanza 'andé in veggia', letteralmente andare in veglia cioè recarsi in casa ora dell'uno, ora dell'altro, per trascorrere la sera magari al caldo della stalla o attorno alla stufa ad ascoltare racconti, avventure e storielle che aiutavano a far passare il tempo in una dimensione assai meno frenetica di quella dei giorni nostri". (Davide Reverberi)