Tab Article
Come spiega Gianluca Marziani: "In uno dei più prestigiosi circoli sportivi italiani, dove la sfida tra giocatori diventa una sorta di codice etico per gli iscritti, arriva l'arte contemporanea con lo stesso spirito di un match tennistico. Due artisti, due personali ogni tre mesi: da una parte la pittura, dall'altra la fotografia. Un viaggio figurativo che è una sfida estetica tra linguaggi, tematiche e formule concettuali". Da una parte Carlo D'Orta, "biologo" del paesaggio contemporaneo, un ricercatore sottocutaneo che scava sotto il primo strato dell'apparenza urbana, dove le strutture diventano sinapsi architettoniche, dove i macroelementi richiamano il micromondo cellulare. Il suo occhio ragiona con un principio scientifico e un'attitudine pittorica, secondo equilibri complessi mai automatici, sul filo di una razionalità che interpreta i codici del reale, scovando l'ambiguità praticabile tra figurazione e astrattismi. Dall'altra Giacinto Occhionero, che procede nella sua indagine pittorica attraverso simboli inseriti allo scopo di catturare l'attenzione e la curiosità dell'osservatore secondo la metafora simbolista, surrealista e, in certi casi, preraffaellita. Nella rappresentazione dell'enorme albero di baobab, per esempio, l'artista rivisita la mitologia africana e la contestualizza nel mondo occidentale, industrializzato, abitato da un uomo ormai lontano dalla natura, e ci ricorda che le leggende ancestrali fanno parte dell'ellissi del nostro DNA.