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1865: il ministro plenipotenziario e capo della missione statunitense in Italia George Perkins Marsh invia le sue corrispondenze negli Usa, descrivendo le prime fasi della nascita dello Stato italiano. Tra documenti ufficiali e missive private, si delinea una impietosa analisi politica e di costume del nostro Paese. Emergono così con chiarezza le critiche rivolte alle incertezze e alla mancanza di determinazione dei governi postunitari nel cercare di risolvere i problemi effettivi della nazione; la consapevolezza del distacco del paese legale dal paese reale, che portò Marsh quasi a simpatizzare con i tumulti popolari contro tasse e carovita; la sfiducia nei nuovi governanti, che non ritenne all'altezza degli statisti che avevano unificato la penisola; la visione del Risorgimento come di un processo interrotto per l'incapacità di innescare la transizione verso un ordinamento repubblicano dello Stato che comportasse anche una rigida separazione tra Stato e Chiesa.