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Paola è una bambina di dieci anni, che vive in Sardegna negli anni Sessanta. Essendo, però, figlia di genitori continentali è obbligata a trascorrere parte delle vacanze estive dai nonni nel Polesine (a Stienta) con una delle sorelle. Si tratta di un paese afoso e desolato, infestato da zanzare che lei odia. Detesta anche gli abitanti che spesso, scherzando, la chiamano la marocchina. La bambina preferirebbe restare in Sardegna e trascorrere le vacanze con qualche parente spesso ospite nell'isola. Racconta le sue gite preferite e divertenti a Caprera e Bosa Marina, con il trenino delle ferrovie secondarie e un folto gruppo di amici e conoscenti. Ma arriva il momento della partenza per Stienta, il viaggio in nave è sempre avventuroso, e prosegue poi fino al desolato paese dove i nonni abitano in aperta campagna tra afa e coltivazioni di barbabietola. Si susseguono giorni monotoni con rari contatti umani e l'insofferenza per la cucina della nonna che quasi cieca mischia tra loro improbabili ingredienti. L'incontro e l'amicizia con un cane randagio, però, portano la bambina a riconsiderare positivamente quelle vacanze che odia. Un romanzo che offre uno scorcio sognante e nostalgico di un periodo particolarmente significativo e sereno dell'autrice, quello della sua fanciullezza, il cui titolo cela un piccolo mistero, un indovinello per il lettore più smaliziato che subito partirà alla conquista della soluzione del calcolo della nonna...