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Marcoenrico Manoni firma una raccolta di racconti che affonda le proprie radici nel vissuto dell'autore stesso il quale trascorre la giovinezza in un paese di montagna, immerso nel silenzio e nella maestosità delle Alpi. È palpabile il riferimento a quegli anni e a quei luoghi i cui confini, sebbene superati da tempo, appaiono intatti nella rievocazione letteraria sebbene con quel tanto di verve necessaria per allontanarsi dal puro autobiografismo. Si avverte netta la volontà di mettersi in gioco, di sorridere di se stesso. Indimenticabili i racconti "L'anguilla" frutto di un'esperienza adolescenziale che tornerà utile nel corso di un esame universitario, "Stereogrammi" in cui descrive una situazione inconsueta. Altri racconti si possono ascrivere a sensazioni amplificate dall'isolamento dei luoghi in cui ha vissuto e raccolgono singoli episodi che rammentano lo stretto e privilegiato legame con la natura. Infine, il vivere intensamente la natura selvaggia di certi luoghi ha come conseguenza l'esasperazione di sensazioni e ricordi come quelli descritti in "Lo strano caso del Dr. Schneider" e in "L'ultimo concerto".