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I genitori di Tommaso, giovane insegnante di ginnastica in una scuola di Rieti, sono morti da poco, nella casa di famiglia non è rimasto più nessuno, eccetto il ricordo del fratellino scomparso anni addietro senza che fosse possibile fare luce sulla vicenda. Allora perché decidere di tornare a casa? Perché quel bisogno impellente di trasferirsi a Orsara Bormida, paese in cui è nato? Il rientro porta con sé un continuo saliscendi di emozioni: Tommaso rivive tutta la sua infanzia, riscopre gli oggetti, i luoghi e i vecchi amici di un tempo, gli odori della campagna. E per qualche giorno ritorna a essere un bambino. Ma nulla è come appare. Basterà una semplice escursione nel bosco e la scoperta di ciò che a prima vista appare come un pozzo per riesumare dal passato vecchi fantasmi mai sopiti, paure improvvise e una scia di morte che coinvolgerà l'intero paese. Ne sarà valsa la pena? I ricordi, le vecchie cicatrici mai rimarginate, la paura, il timore verso ciò che nasconde la notte ai nostri occhi, in aperta campagna, quando nel cielo non ci sono stelle. E soprattutto la paura di ciò che abbiamo dentro. Nel romanzo convivono due elementi fusi assieme. Passato e mistero. A volte possono coincidere, come un cerchio non proprio regolare. Il cerchio in cui il protagonista si trova a ricercare il perché del suo bisogno di tornare alla "tana", nonostante tutto e tutti.