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E se Michelangelo Merisi da Caravaggio, quel lontano 18 luglio 1610, non fosse morto? Se, ferito e febbricitante, fosse stato trovato sulla sabbia del Tombolo della Feniglia da un'affascinante quanto misteriosa giovinetta in grado di riportarlo in salute? Forse il suo temperamento "maledetto" si sarebbe addolcito di fronte alla disarmante sincerità, all'affetto genuino e alla totale dedizione della sconosciuta. Probabilmente la mutata concezione della vita avrebbe generato altri capolavori assoluti, vibranti di luce diversa, ricchi di una serenità che mai egli stesso avrebbe immaginato di poter vivere e comunicare. Finalmente arriva la grazia, l'agognato ritorno a Roma e una commissione grandiosa e totalmente appagante: un sogno incredibile, una possibilità insperata. Ma ogni sogno è destinato a svanire con la notte: i debiti col passato sono fantasmi mai sconfitti. Il tempo è come un cerchio, chiuso e perfetto e il Caravaggio lo sa bene...