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Una raccolta di racconti "plurale" e universale, in cui lo sguardo femminile attraversa e indaga ogni possibile sfumatura dell'incontro con l'altro. Come in una declinazione impossibile, imposta dalle leggi di una grammatica arcana, le parole dell'amore e del sentimento si mescolano in un labirinto di specchi, in cui ci muoviamo alla ricerca di un'uscita che non c'è, se non nell'incontrollabile atto di volontà che alla fine ci costringe a scegliere, anche quando vorremmo semplicemente essere scelti. Tra ciò che la vita ci chiama a essere e ciò che sentiamo, sogniamo e cerchiamo, la frattura è insanabile: anche nel reciproco desiderarsi, si insinua lo scacco di una solitudine irriducibile, assai più spietata del semplice stare da soli. E allora, la preferenza tra queste due solitudini è il discrimine tra una vita serena e impalpabile e una davvero vissuta, intrigante e pungente come un variopinto cardo di monte. Nell'eterna indecisione di questa drammatica scelta, ecco che fioriscono i racconti di Marisa Cecchetti, policromi e freschi come una tela impressionista che ci ritrae tutti, maschi e femmine, nell'attimo spontaneo della nostra immagine più vera.