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Parole che lasciano sulla mano un formicolio di carezze, un pugno di stelle da gettare al cielo per dare un senso al buio. Dolcemente malinconiche e a tratti abbaglianti, le poesie di Elena Piccinini ci sussurrano di noi, del nostro fianco scoperto, delle nostre illusioni e chimere. Il silenzio è un gatto che si strofina alla notte umida di pioggia, è l'augurio di un giorno migliore, la fantasia di mille lapidi che sbocciano dopo un lungo sonno facendo del mondo un immenso giardino. Basta un canto lontano portato dal vento, una bava di luce, la fiamma di un camino contro il ghiaccio che trafigge e ci ritroviamo subito umani, ombre vitali che sfidano la notte dall'interno in attesa di un'alba vicina. La preziosità del lessico mai pedante, la calcolata brevità e la potenza delle immagini, il respiro universale di queste liriche conquisteranno ogni lettore con i loro barbagli d'autentico gioiello.