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Quattro zampe, pelo soffice, portamento fiero e discreto: Trudy, questo il nome con cui è stata registrata all'anagrafe canina, osserva il mondo degli umani con occhi innocenti. Non le sfugge nulla, che sia una nuvola da rincorrere, il silenzio della neve o il labile ricordo del profumo materno. Le parole degli umani le appaiono spesso come enigmi incomprensibili o verità difficili a digerire ma da accettare con saggia pazienza. La sua esistenza scorre tranquilla finché la nonna deve fare i conti con una strana malattia che sconvolge ogni cosa e che cancella dal suo volto il sorriso. Loro lo chiamano Alzheimer ma ai suoi occhi di docile cagnolina è solo un incomprensibile vortice che lentamente trascina via con sé sogni, speranze, allegria. Trudy diviene così testimone del dolore che rode internamente chi si prende cura della malata, della situazione umanamente insopportabile che si crea in famiglia, dell'importanza fondamentale dell'aiuto di medici, di strutture specializzate, ma anche di amici e conoscenti. E finisce per incarnare l'anima umana di fronte all'inarrestabile incedere del dolore, che con dolcezza, sogni interrotti e tanti perché? riesce a dare un cuore al nulla, a consolare.