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In un mondo che cambia con una velocità superiore alla capacità di adattamento dell'uomo, dove il progresso scientifico e tecnologico ha subito un'accelerazione senza precedenti e richiede nuove regole e nuove convenzioni sociali, nuove forme di lavoro, servono riforme profonde per sfruttare l'interconnessione globale e i vantaggi che da essa ne possono derivare. Per mettere in atto un cambiamento così profondo serve una classe politica capace, esperta e sicura che sappia guidare il paese in un processo di profonda modernizzazione. L'Italia oggi vive una crisi di rigetto verso una classe politica inconsistente, verso i sindacati e le istituzioni che considera incapaci di governare la globalizzazione, e si è rifugiata nel pessimismo. Il popolo italiano deve reagire, ritrovare quell'ottimismo che l'ha caratterizzata negli anni '60 e che gli ha permesso di diventare il quinto paese industriale del mondo.