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"Non mi par vero! Quando si dice la sorte, il destino! Burattinaio, servitore - com'ero buffo, non posso neppur pensarci! - ed ora in procinto di essere stovigliaio. Chi avrebbe mai potuto immaginarlo?". Già, lo ripete sempre Calogero detto Cardello: "ognuno ha il suo destino". E lui quella straordinaria e improvvisa fortuna - la fabbrica di stoviglie smaltate e i soldi lasciati dal Piemontese - se l'è davvero meritati. Lavorando onestamente, ma soprattutto grazie alla lealtà e alla purezza incondizionata del suo cuore, transitato indenne attraverso le burrasche di un'infanzia e una giovinezza difficili. Fiaba limpidissima e intensa, Cardello è anche il racconto della formazione di un'identità. Un bambino orfano che diviene uomo senza perdere lo stupore e l'entusiasmo di un tempo, la fiducia nella ricerca di un "secondo padre", che troverà dopo tanto penare proprio nel Piemontese.