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Il libro è una lettera aperta a Luca Zaia, ministro leghista e candidato del centro-destra alla Presidenza della Regione Veneto, e contiene una serrata riflessione sulle ragioni che hanno determinato le importanti affermazioni della Lega negli ultimi anni, e specularmente sui motivi delle ripetute debacle della sinistra, che rischiano ormai di renderla irrilevante soprattutto nel Nordest del Paese. L'autore parte da un'analisi insieme severa e autoironica sui vizi e i difetti del cosiddetto ceto-medio colto e progressista, che è il vero sconfitto di questa fase politica, fino ad arrivare ai problemi di fondo che stanno lacerando la sinistra in tutto l'Occidente, costretta alla drammatica scelta fra tradire se stessa e i propri ideali, oppure tradire i propri elettori di sempre: a farle mancare il consenso trasferendolo in massa alla Lega e alle altre formazioni del nazionalismo localista sono infatti i ceti popolari e gli strati più deboli della società, ai quali fino a ieri la sinistra si proponeva di assicurare rappresentanza e promozione sociale. Un "tradimento" elettorale che è la risposta all'atteggiamento dei ceti progressisti nei confronti degli immigrati, giudicato troppo accogliente dagli italiani poveri, che vedono invece negli stranieri i più pericolosi concorrenti sui terreni del lavoro, della casa e dell'assistenza sociale.