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Un viaggio indietro nel tempo attraverso le pagine del diario del tenente Antonio Pegazzano che morì sul fronte carsico nel 1917. A quasi cent'anni di distanza la pronipote ne decifra la grafia, riordina le fotografie fortunosamente salvate, integra il testo con alcune cartine riferite agli avvenimenti bellici e ci consegna la preziosa testimonianza di questo ventenne. E man mano che si procede nella lettura, il giovane Antonio, catapultato nella crudele realtà della guerra, finisce per imporsi a noi come persona viva, guidandoci giorno dopo giorno fin dentro le trincee del Carso. Da queste pagine emergono temi e interrogativi tali da indurci a una più profonda riflessione sulla guerra in generale e, nello specifico, sulla natura della grande guerra. In un percorso ideologico che va dal patriottismo della retorica del tempo a più sofferte e amare riflessioni sulle difficoltà e sulla disumanità della guerra, il racconto dell'"altra faccia" della narrazione bellica evolve sempre più verso un'autonoma e libera visione degli eventi e delle circostanze, fino all'ultima lettera inviata a casa in cui il giovane tenente italiano immagina un futuro di pace senza più guerre.