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Una faticosa tela poetica, finemente preziosa, ha preso forma dalla lucida veglia. L'urgenza creativa della poetessa scorre con vena fluente: un percorso eracliteo in cui i molti affluenti, anche imprevisti e tumultuosi, si ricompongono tuttavia formalmente in un andare ampio, placido, ininterrotto. Il coinvolgimento del lettore è immediato. (...) Nella visione della poetessa, il piccolo prodigio del piccolo passero sul biancospino non contraddice, ma predispone all'infinita soverchiante meraviglia del cosmo, così come l'avvertimento della presenza della grande divinità non esclude l'attesa di un piccolissimo dio... ...l'immenso si raccoglie nell'afflato della poesia come, facendo ricorso al repertorio dell'immaginario di Silvia Arfaioli, un gatto che venga a acciambellarsi su una sedia in cucina.