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Nell'ambito del crescente interesse per l'età tardoantica nei suoi vari aspetti, gli studi sull'epica tarda negli ultimi decenni hanno registrato un notevole successo e una cospicua produzione di studi. Nel quadro si inserisce organicamente questo commento al II libro dei 'Posthomerica' di Quinto Smirneo, un poema che in 14 libri racconta le vicende del mito troiano tra la fine dell''Iliade' e l'inizio dell''Odissea'. Il II libro comprende l'arrivo e le imprese di Memnone a Troia e l'uccisione dell'eroe da parte di Achille. Da tempo Quinto era considerato un mediocre imitatore di Omero, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria "riscoperta" della sua poesia. Il commento di Alessia Ferreccio offre agli studiosi una grande mole di materiali di primario interesse per il nuovo corso di studi sul poeta e, attraverso l'analisi capillare del testo e dello stile, mostra come quella di Quinto sia a tutti gli effetti una 'poesia docta', che dietro l'apparentemente superficiale patina omerica nasconde, o meglio obbliga a scoprire un "cuore" di variazioni e scarti evocativi condotti con scaltrita perizia.