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Il libro affronta un rilevante problema della storia moderna e contemporanea italiana, quello della difficile convivenza e ancor più difficile integrazione tra una forte identità culturale e una debole identità statale. L'esame del tema viene affrontato in una duplice interagente dimensione, quella tematica e quella geografica. Quest'ultima concerne lo storico 'dualismo' tra Nord e Sud del Paese. La prima viene individuata nelle diverse configurazioni date alla questione da storici, letterati, filosofi (da Cuoco a De Sanctis, da Villari a Bertrando Spaventa, da Settembrini a Silvio Spaventa, ecc., tenendo ben presente gli esiti novecenteschi in Croce e Gentile). Non manca un capitolo su cattolici e liberali nel momento della trasformazione dello Stato, dopo la conseguita unità politica, il cui 'valore' viene esaminato nella prima parte. Consapevole e preoccupato della straordinaria trasformazione subita dal problema nell'età repubblicana (che sembra indebolire anche la tradizionalmente forte identità culturale), il libro vede in questa storica 'anomalia', prodotta anche dal pluralismo culturale e dal pluricentrismo politico della nostra storia, un elemento non necessariamente di debolezza della vita italiana.