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Sullo scorcio del XVII secolo a Monte San Savino, dove prospera una vivace comunità ebraica, la storia di un singolare processo criminale che inizia a seguito di una rissa per interessi fra ebrei, ma nel cui corso vengono formulate a carico dell'ebreo Graziadio Portaleone, che ha ferito alcuni membri della famiglia Usigli, ben più gravi accuse di "commercio carnale" con la giovane cristiana Orsola Fucini: una pratica vietata, attentamente sorvegliata dal Santo Uffizio e dall'Inquisizione e puntigliosamente perseguita dai bandi del bigotto granduca Cosimo III. L'opera delinea un quadro vivo e sofferto dei rapporti tra ebrei e cristiani nella Toscana granducale di fine '600, ripercorrendo parallelamente la storia delle due famiglie ebree protagoniste dell'episodio, gli Usigli e i Portaleone, le cui vicende si snodano per un arco di circa tre secoli.