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Il libro nasce dall'intento di alimentare un dialogo tra lo yoga e la psicologia, Vidya Setu, ispirato da un confronto tra il Vedanta (Advaita e Dvaita) e gli Yoga Sutra di Patanjali, con alcuni protagonisti della psicoanalisi classica e contemporanea. Lo yoga può offrire un notevole contributo alle correnti psicologiche e psicoanalitiche attuali, ponendosi come uno strumento di integrazione per una crescita comportamentale e introspettiva, donando enfasi agli stati di coscienza superiore. Il coniugare specifici elementi yogaterapeutici con la psicoanalisi relazionale, in una epistemologia realista prospettivista, può incrementare l'efficacia dell'azione terapeutica; lo yoga figura infatti come uno strumento di comunicazione non verbale da affiancare ai più tradizionali canali dialettico-simbolici. Lo yoga trasmette dei benefici esplicitati, inoltre con riferimento a un protocollo ideato dall'autrice, può essere applicato nell'ambito della disbiosi e dei disturbi di ansia, stress e depressione a essa collegati. L'anelito è quello che lo yoga diventi un catalizzatore di orientamenti in cui la personalità sia intesa come totalità biopsicospirituale riconoscendo i livelli dell'essere conscio, inconscio, superconscio o somatico, emotivo, animico.