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Come capire il prolungarsi del tempo dopo la Pasqua di Cristo e sino alla sua venuta finale, la Parusia? Tale è l'immenso interrogativo che si pone questo saggio che si vuole semplice e accessibile. L'autore risponde rifacendosi ai dati biblici, ma anche all'insieme della teologia cattolica. Ne emerge un enorme affresco che risale al perché della Creazione stessa e ha come filo conduttore la crescita del corpo di Cristo che è la Chiesa sino alla "ricapitolazione" finale in cui "Dio sarà tutto in tutti". Il tempo cristiano mira alla dilatazione della verità e della salvezza portata da Cristo e comunicata dal suo Spirito. La manifestazione universale (a tutte le genti) della santità di Cristo e la fecondità sociale dei fermenti evangelici sono i due capisaldi del progresso voluto da Dio. Tale crescita è destinata a preparare la riammissione d'Israele e la fine dei tempi. Questi non avverranno senza dramma. Anzi, la prospettiva del mistero d'iniquità, dell'apostasia e dell'anticristo sono decisamente vagliati per aiutare a elaborare un discernimento che eviti sia un ingenuo ottimismo che un cupo catastrofismo. La valutazione teologica dei "segni dei tempi" (dalla Rivoluzione francese al '68, dalla Shoah al Vaticano II, dall'11 settembre al fenomeno del giudaismo messianico) vuole consolidare il senso della fede e tonificare la speranza.