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Per la sua quarta infornata Andrea Di tinge le Storie incompiute di giallo, aggiungendo chiazze di nero e, manco a dirlo, pennellate generose di rosa; emigra Oltralpe e in isole esotiche Senza Nome e lascia, certo non per sempre, i suoi personaggi abituali. Lettrici e lettori ne incontreranno perciò di nuovi (alcune decine), tra cui creole astute, ladies dissolute, poliziotti incorruttibili, direttori di cinquestelle, romanziere di successo, studiosi, poetesse, professori, manigoldi e molti altri. Donne affascinanti e uomini intraprendenti sono d'obbligo. La grande domanda senza risposta, Quid est veritas?, campeggia su ogni pagina, dall'inizio alla fine. Sarà divertente? La suspense sarà servita con sapienza? Si capirà tutto sin dalle prime righe, o la matassa sarà così intricata da non poterne trovare il bandolo neppure dopo due letture? Quesiti interessanti. L'autore, mentre smentisce di essere portavoce di un pool internazionale di burloni (ma sarà vero?), promette ricche ricompense a chi saprà meglio sviscerarli dando le risposte più acute: forse, ma non è sicuro, una raccolta di nuovissime storie incompiute.