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È un tratto del modesto bildungsroman di Vietto, un ragazzino dalla sensibilità sviluppata, afflitto da una sindrome che lo fa soffrire per tutto ciò che scompare o può scomparire in fondo a un destino sconosciuto, del suo incontro con Ornian, il riflesso speculare, compagno nella scoperta dell'erotismo osceno ed elegante di Pierre Louys e degli speziati dettami penitenziali di Mons. Bouvier, il tutto durante le tragiche vicende italiane degli anni '35-'45, deformate dalla lettura del padre, che lavora con il duce, tra le strade di un vecchio quartiere romano e le corti di una piccola frazione alle porte di Udine, dove, agli inizi del secolo scorso, la nonna di Vietto teneva una stazione di posta.