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Perché l'Italia ha una classe dirigente così liquida e poco preparata? Perché la politica deve affidarsi continuamente a una supplenza esterna? E perché in economia le prime linee si cercano nell'opaco universo delle società di consulenza? Un'unica risposta porta a un nervo scoperto del sistema Italia: sono state azzerate le scuole del potere, i luoghi della formazione delle élites, dove hanno studiato e sono cresciuti i gruppi dirigenti che hanno accompagnato il Paese lungo la via del benessere di massa. Adesso le carriere si fanno, con estrema rapidità, attraverso l'ascensore di Internet, in sinergia con la televisione. Oppure nei partiti ad personam, privi di regole e di meccanismi di selezione tipici della democrazia. Tutto è diventato piuttosto casuale, e così abbiamo in campo una classe dirigente di Sbandati. Dei quali facciamo fatica a capire da dove vengono e dove vanno, al di là degli slogan recitati senza pause. Dopo anni di impoverimento e di decadenza, in Italia arrivano risorse che valgono sette volte quelle del piano Marshall alla fine della Seconda guerra mondiale. Ma i soldi non bastano. Oltre alla benzina serve chi guida la macchina, e la scuola giusta dove si possa prendere la patente.