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Questa pubblicazione è dedicata alla evoluzione delle relazioni di lavoro con particolare riguardo ai contratti di prossimità attraverso una ricognizione delle norme e delle buone pratiche che li sostengono. La regolazione legislativa pesante ed i contratti collettivi nazionali invasivi si sono a lungo giustificati con la pretesa sindacale della uguaglianza dei lavoratori nelle produzioni seriali indotte dalla seconda rivoluzione industriale e con la volontà delle controparti di mettere al riparo le imprese dal pericolo di più livelli di rivendicazione sulle stesse materie. Oggi la cornice normativa deve essere leggera e durevole perché il suo cambiamento richiederebbe tempi non confrontabili con quelli dei processi reali che non potrebbe peraltro mai avere la pretesa di fissare. La fonte legislativa dovrebbe avere soprattutto la funzione da un lato di indicare i contenuti inderogabili perché correlati ai principi come agli obblighi sovranazionali e, dall'altro, quella di capacitare la negoziazione tra i corpi sociali, le imprese e le persone. Una regolazione quindi non sostitutiva ma scatenatrice della vitalità sociale, dell'adattamento reciproco, duttile e continuo che si realizza necessariamente in prossimità.