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Siamo alla vigilia di un nuovo tipo di Guerra fredda? Sta per scatenarsi la lotta per il predominio fra sistemi economici in concorrenza? Numerosi governi autoritari, attratti dalla forza economica del capitalismo ma timorosi di misurarsi con liberi mercati fuori del loro controllo, hanno inventato qualcosa di nuovo: il capitalismo di Stato. In questo sistema, i governi si servono dei mercati per creare ricchezza da utilizzare secondo le esigenze del potere politico. I personaggi principali di questa vicenda sono gli uomini che guidano la Cina, la Russia e le monarchie arabe del Golfo Persico, ma i loro successi stanno facendo spuntare imitatori in gran parte del mondo in via di sviluppo. A una generazione dal crollo del comunismo, lo Stato - quale proprietario e controllore di ricchezza, investimenti e imprese - è clamorosamente tornato al centro della scena. Interi settori dell'economia interna sono passati sotto il controllo dei governi. Oggi le compagnie petrolifere di proprietà pubblica detengono i tre quarti delle riserve mondiali di greggio. I paesi a capitalismo di Stato si avvalgono delle imprese pubbliche per intervenire sui mercati mondiali nei settori più disparati, dall'aeronautica alla cantieristica, dalla produzione di energia a quella degli armamenti, alle telecomunicazioni, al petrolchimico.