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Dietro ogni terzina di versi si nasconde uno spunto manageriale. Tutto sta a scoprirlo, con la mente ben aperta e la volontà di ritrovare nelle aziende del XXI secolo il piacere di quel viaggio verso l'alto compiuto sette secoli fa da Dante Alighieri. Ed ecco che Gary Hamel, Michael Porter, Henry Mintzberg, Howard Gardner e altri pensatori di management contemporaneo fanno capolino accanto a Ulisse, a Paolo e Francesca, al conte Ugolino e indicano sulla mappa dantesca gli itinerari possibili e l'equipaggiamento utile per gestire persone e risorse. Il traghettatore Caronte diventa così metafora del leader dallo stile direttivo e autoritario, Minosse è un arcigno recruiting manager mentre Virgilio e Beatrice vestono i panni del mentor. Il Purgatorio si rivela il regno degli interinali, dove le anime "a tempo" scontano le loro pene e dove la superbia diventa autoesaltazione, l'accidia si trasforma in demotivazione e la gola è analizzata come fame di incarichi. Meta finale resta il Paradiso, TI regno delle virtù aziendali e delle anime dei beati che sono indicati quali modelli di comportamento, medievale e contemporaneo.