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Il cinema s'insinua nel futurismo attraverso la pittura: nel pittore Balla con l'assunzione dei valori fotografici dell'inquadratura e della sequenza e in Boccioni con l'interesse per il movimento, la cinetica delle figure e del paesaggio. Il cinema è una macchina e i futuristi adorano la macchina come un Dio. In questo libro si mette in luce quanto, nella modernità estrema, discipline artistiche con nomi, linguaggi, sistemi, tecnologie, all'apparenza innovative, in realtà siano propaggini di modelli già delineati dagli aggressivi e irriverenti futuristi.