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L'ipotesi di questo libro è intrigante: offrire al lettore italiano un testo mai tradotto della Teofilantropia, forse il maggiore culto civico - insieme al culto dell'Essere supremo - inaugurato dalla Rivoluzione francese. Ricostruire poi intorno al testo, per garantirne la piena intelligibilità, il contesto storico in cui è maturato, i contenuti morali e religiosi, il lascito ereditario nella storia delle idee. Traggono spunto di qui le riflessioni di Antonio Cecere, Marco Rocchi, Enrica Veterani, grazie anche a Sabrina Carli per la traduzione dell'opuscolo dal francese, che offrono un contributo originale alla conoscenza di una pagina di storia dei culti civici, con cui la nostra modernità non ha smesso di fare i conti. Questo lavoro canalizza i due piani su cui i teofilantropi pensarono di dover agire: l'invenzione di nuovi rituali, come momento di rottura con la religiosità delle gerarchie della chiesa cattolica in una ricerca di sacralità, collettiva e di singoli; e la rifondazione della morale come presupposto di ogni riforma politica. Saggi di: Antonio Cecere, Marco Rocchi, Enrica Veterani. Prefazione Dino Mengozzi.