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Non è difficile riconoscere nelle pagine dei romanzi di Leonardo Sciascia il filo di un'''ossessione profonda'', il senso del mistero del potere e ancor più del suo desiderio. Nucleo fondante delle riflessioni dello scrittore siciliano, luogo di ispirazione e pretesto di trame e racconti, il dilemma della natura del potere e la tragedia del suo esercizio, si pongono nello stesso tempo al centro di quella Sicilia metaforica e ''letterale'' - anzi di quella Italia che ''va diventando Sicilia'' - che Sciascia ha perlustrato con tanta pervicacia e inesausta, sana ''perfidia'' intellettuale. Alla ricerca di questo mistero, con attenzione costante agli strumenti interpretativi della scienza politica, Sara Gentile ripercorre la produzione narrativa di Sciascia, estraendone le geometrie sotterranee: il potere degli uomini e quello delle istituzioni e degli apparati, il potere della Chiesa e dei notabili, quello della mafia e dei partiti, ma anche quello del linguaggio e del sapere. Ma il potere sul singolo individuo può spingersi ancora oltre, fino a diventare ''diritto'' di offesa e di morte, tema che Sciascia racconta e sviscera con passione e lucidità in numerosi romanzi, spesso cercando nel passato - un ''passato che si fa presente'' drammaticamente - gli strumenti del dominio: la menzogna e la violenza.