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Una delle tesi fondamentali dell'epistemologia di Brunschvicg è che la filosofia è conoscenza integrale, cioè sapere critico. Essa è riflessione su ciò che è conosciuto e non sul mondo noumenico, che, in quanto inaccessibile e indeterminabile, è un puro nulla. Questa premessa riprende la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno e limita la conoscenza umana all'esperienza sensibile, che è, soprattutto, quella della fisica. La filosofia, intesa come conoscenza di secondo grado, è l'attività intellettuale che prende coscienza di sé. Il filosofo francese, seguendo il carattere attribuito alla copula nei giudizi, si propone di contribuire a fondare una dottrina del giudizio su una base più ampia di quella della logica tradizionale. La filosofia ha il compito di cercare il principio che orienta il dinamismo dello spirito, cioè la sua legge interna: l'unità interiore dell'ordine speculativo e di quello pratico. Brunschvicg giunge alla conclusione che la vera civiltà consiste nella costruzione della scienza e nella crescita della solidarietà umana.