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Le lettere che nell'estate del 1845 vengono inviate alla duchessa di Villarosa, impegnata in un viaggio a Catania e a Caltanissetta, ci offrono la possibilità di ricostruire un brano di vita di un'importante famiglia nobile palermitana nella prima metà dell'Ottocento, quando, dopo l'abolizione della feudalità, l'aristocrazia siciliana cercava un nuovo equilibrio identitario, giocando abilmente tra rottura e continuità con un passato ancora molto presente in quella generazione, come quella di Costanza, che era nata e cresciuta nell'ancien régime, imparandone le astuzie e i valori, ma si era trovata a vivere la parte adulta della propria esistenza in un mondo che, pur facendo fatica a mutare di segno, presentava (e a volte ricercava) scenari necessariamente diversi.