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"Livorno è una città nuova, gradevole, stranamente pulita per essere un porto di mare" e con un aspetto più meraviglioso degli altri: il melting potdei suoi abitanti. Nasce negli scritti dei viaggiatori illuministi (Montesquieu, de Brosses, Gibbon), il mito settecentesco della 'città tollerante'. Nel contesto di un Mediterraneo, campo di battaglia tra popolazioni di diverse religioni e culture, Livorno divenne in epoca moderna un esperimento significativo che segna i caratteri originari della città. Le ricche chiese barocche, le chiese di rito orientale, la sinagoga, i cimiteri monumentali degli inglesi, degli ebrei, degli olandesi-alemanni dei greci ortodossi e dei russi e i luoghi laici della memoria, quelli tutt'ora esistenti e vitali e quelli distrutti dalla volontà degli uomini o dalla seconda guerra mondiale, raccontano le modalità dell'inserimento della popolazione, i suoi culti e le devozioni, le possibilità degli incontri e la mescolanza delle culture, la realtà cangiante e complessa di una popolazione che ha saputo creare reti di affari, di conoscenze e di fiducia che rappresentano l'originalità storica della città di Livorno.